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Antonio Attanasio nuovo Business Development Director

Dopo una trentennale esperienza in ambito IT applicato al mondo Finance, congiunta ad una lunga esperienza in aziende di primaria importanza a livello nazionale ed internazionale, Antonio Attanasio assume il ruolo di Business Development Director presso EliData Spa parte di TAS Group, azienda leader nel settore Fintech.

Di seguito, un’interessante intervista rilasciata direttamente da Antonio Attanasio.

  • Come hai iniziato il tuo lavoro e perché hai scelto proprio questo settore? 

“Più che averlo scelto, potrei quasi dire che mi ci sono ritrovato. 

Dopo una breve esperienza presso Epson verso la fine degli anni ’80 (e sì, è passato qualche anno), ho intrapreso la mia carriera nel settore finanziario entrando in Reuters, la famosa agenzia di stampa.

In quel periodo si stava sviluppando prepotentemente il mercato dei cambi in tutto il mondo.  Allora c’erano moltissime divise, in Europa non c’era ancora l’Euro ovviamente, ed ogni Stato aveva la propria divisa: Lira italiana, Marco tedesco, Franco svizzero e così via.

Il mercato dei cambi esisteva già, essendo nato ufficialmente nel 1971 con l’interruzione unilaterale della convertibilità del Dollaro americano con l’oro, dando vita alle libere oscillazioni delle monete.

L’avvento dei computer, o, meglio, dei personal computer, diede un enorme impulso a questo mercato, dove Reuters, che nel frattempo mi chiamò per infoltire il reparto IT, divenne in brevissimo tempo leader mondiale, per cui ebbe una crescita tumultuosa e velocissima in termini di giro di business e di persone.

In questa azienda ho fatto un percorso prettamente tecnico, fino a raggiungere il ruolo di PM e Pre Sales.

A seguire ho iniziato la carriera commerciale, sempre rimanendo nel settore ormai diventato il mio mondo professionale, che non avrei mai più abbandonato.

Ho avuto esperienze via via più importanti e sempre gratificanti, fino a raggiungere ruoli apicali in tutte le aziende che negli anni hanno condiviso le mie visioni del mercato e dei clienti.

Dopo circa nove anni di attività presso Reuters, ho intrapreso la carriera commerciale in Dow Jones Telerate ricoprendo il ruolo di Sales Executive.

Successivamente, sfruttando la presenza della filiale Italiana di CQG, società americana specializzata nella fornitura di dati finanziari in real time e di sofisticati sistemi di analisi tecnica e grafica, ho ricoperto la carica di Country Manager.

Dopodiché, arrivando a tempi più recenti, sono entrato nel mondo del trading finanziario diventando il responsabile commerciale di Glesia, joint venture tra la società francese GL-Trade e l’italiana SIA.

Infine, l’ultima esperienza in ordine cronologico, chiusa nel luglio di quest’anno, è corrisposta al ruolo di Responsabile Business Development per l’Italia presso LIST SpA“.

  • Qual è l’aspetto che più ti piace del tuo lavoro?

“Senza dubbio il rapporto con i clienti, la dialettica che via via si sviluppa sui vari temi, l’empatia che si riesce ad instaurare, anche quando ci si trova in condizioni non ottimali, o di diffidenza, arrivando ad ottenere la fiducia e, naturalmente, il raggiungimento di un accordo commerciale”.

  • Qual è l’anello di congiunzione tra tecnologia e finanza e come sono cambiate le tecnologie in ambito finance dagli anni ’90 ad oggi?

“Questa è una domanda interessante, che potrebbe avere una risposta partendo dal potentissimo monologo del replicante Roy Batty, tratto dal film “Blade Runner” di Ridley Scott del 1982, che recita:

«Io ne ho viste cose che voi umani non potreste immaginarvi: navi da combattimento in fiamme al largo dei bastioni di Orione, e ho visto i raggi B balenare nel buio vicino alle porte di Tannhäuser.  E tutti quei momenti andranno perduti nel tempo, come lacrime nella pioggia…»

Dalla fine degli anni ‘80 del secolo scorso ad oggi, di acqua ne è passata sotto i ponti.

E se pochi anni passati in questo settore, mettiamo 5 anni, possono essere rappresentati come un’era geologica, 40 anni potrebbero essere paragonati al tempo passato tra l’invenzione della scrittura moderna e l’avvento dei personal computer.

Siamo passati dalle grida in Borsa, agli ordini eseguiti in tempo reale sulle piazze di tutto il mondo e regolati in un batter di ciglia.

Dal Telex alle reti neurali.

Da velocità di 1200 bit al secondo, ai millisecondi (o in certi casi anche ai microsecondi), per l’esecuzione di qualsiasi ordine di qualsiasi asset class, su qualsiasi piazza finanziaria nel mondo.

Da esecuzioni basate su decisioni esclusivamente umane, al trading algoritmico dove la decisione è totalmente nelle mani di una macchina e da un software opportunamente programmato.

In un settore dove la minima variazione comporta oscillazioni anche importanti sui listini, e (come si suol dire) un battito d’ali di farfalla a Tokyo può provocare degli scostamenti epocali a Londra o a New York, la componente tecnologica, che ormai da molti anni regola la vita degli investitori di qualsiasi dimensione, ha un’importanza fondamentale nelle attività di investimento.

Ecco perché affidarsi ad una software house di lunga esperienza e di riconosciuta qualità, è sinonimo di sicurezza ed attenzione agli investitori ed ai fornitori di servizi, ovvero a buy side e sell side”.

  • Che cosa ne pensi delle tecnologie di EliData e quali sono i punti di forza che caratterizzano i prodotti EliData?


“La missione di EliData è quella di fornire soluzioni tecnologiche alla comunità finanziaria globale.

Nel mercato esistono ovviamente molte realtà simili, il panorama è sicuramente vasto e variegato.

Ciò che possiamo però sostenere con assoluta certezza, è che il mercato ha riconosciuto in EliData un partner tecnologico affidabile, reattivo, costantemente aggiornato, volto ad accompagnare i propri clienti tra la babele di normative, richieste, indicazioni ed imposizioni, provenienti dai regulator sia domestici che internazionali.

Cosa chiedono gli operatori finanziari?

Facilitare l’interpretazione di tutte le normative impattanti per gli operatori del settore; fornire soluzioni tecnologiche intelligenti e veloci, resilienti e ridondanti; ottimizzare i flussi di informazioni fondamentali tra i vari settori degli Istituti.  Il tutto con copertura multi-asset e multi market.

Sono richieste semplici?  Direi di no.

Sono richieste alle quali devono rispondere tutti gli ISV?  Direi di si.

Hanno tutti l’agilità per poter rispondere velocemente, professionalmente, adeguatamente?  A questa domanda risponderanno i clienti.

Quello che posso affermare è che il livello di preparazione, professionalità e competenza del team di EliData, è tra i più alti che ho incontrato nel mercato”.

  • Avendo tu lavorato in ambienti nazionali e multinazionali, quali sono, a tuo avviso, i punti di forza di un ambiente delle dimensioni di EliData?

“Efficienza e, aggiungo io, efficacia, sono due termini che fanno parte del DNA di EliData.

La nostra azienda conta circa 70 persone (dati di agosto 2022, in crescita) specializzate nel Capital Market, e forma con la capo gruppo TAS un’impresa di circa 700 persone, che abbraccia oltre al Capital Market, la monetica, i sistemi di pagamento, l’order routing.

Le dimensioni del gruppo, e la componente dedicata al mondo degli operatori mobiliari coperta da EliData, sono tali da poter reagire con estrema velocità ai frequenti stimoli provenienti dai mercati, dai trader, dai regulator. 

Consapevoli dell’importanza dei temi che gestiamo, e grazie ad un’agile struttura interna tra i diversi settori aziendali (produzione, deployment, assistenza, legal), siamo in grado di ottenere tempi minimi di fornitura delle nostre soluzioni, in ogni situazione ed in qualsiasi momento”.

  • Quali sono i valori e le competenze che vuoi portare all’interno di EliData?

“EliData è ben posizionata nel panorama Fintech italiano, ed ha già una buona presenza a livello europeo, sia come entità singola, sia a livello di gruppo.

Questo grazie alla realizzazione di prodotti e soluzioni software estremamente complessi ed allo stesso modo, estremamente affidabili e robusti.Mi sembra evidente che affiancando queste caratteristiche qualitative, che già hanno dimostrato il loro valore sul campo, ad una efficace campagna di comunicazione ad ogni livello, come la partecipazione ad eventi specifici siano essi social, in presenza, o tramite associazioni di settore, i margini di crescita derivanti dalla divulgazione delle nostre caratteristiche, non potrà far altro che il bene dell’azienda, con l’obiettivo dichiarato di aumentare la penetrazione del mercato e quindi del nostro market share”.

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